22 novembre, 2007

V For Vendetta

I fratelli Wachowski cominciarono a scrivere la sceneggiatura di V For Vendetta negli anni 90, ben prima di cominciare a produrre Matrix e ben 10 anni dopo che Alan Moore partorisse dalla sua penna l'omonimo fumetto. Non conosco il fumetto in questione, e non sono un'esperta di fumetti in generale, ma credo che la produzione di un'adattamento cinematografico necessariamente comporti delle modifiche al testo, considerando, inoltre, che sono passati vent'anni dalla creazione alla distribuzione (2005). Permettemi una piccola digressione su Moore. Talento inglese, fonte inesauribile per Hollywood, si pensi al personaggio di John Constantine (Keanu Reeves, nel film Constantine), alla Leggenda degli uomini straordinari e naturalmente a V for Vendetta. Lo scrittore ha preteso di essere cancellato dai titoli di coda del film in questione, e allo stesso modo ha disconosciuto gli altri film etichettandoli come i tanti adattamenti falliti. Posso comprendere, che la produzione cinematografica pecchi nella costruzione logica, altrimenti durerebbe sei ore, ma non è più importante che rispetti il messaggio ideologico della storia, che sia fedele al tema che lo scrittore voleva trasmettere?

V per Vendetta è un film fantastico, non è la solita americanata, non è il solito film con solo effetti speciali e nessuna ideologia dietro. Due ore di grande intensità emotiva, dal quale tutti possiamo trarre qualcosa su cui riflettere, un film che può far cambiare il modo di vedere il presente.

I riferimenti alla realtà politica mondiale odierna sono espliciti, soprattutto a quella statunitense, si pensi solo al rispetto dei diritti umani, ai vari regimi dittatoriali, ai vari esperimenti condotti dalle industrie farmaceutiche, non lontani da una Londra con le telecamere in ogni angolo delle strade (la distribuzione fu posticipata per gli attacchi londinesi nel luglio 2005).

Non racconterò la storia, riporto solo la lettera di Valerie.

"So che non posso in nessun modo convincerti che questo non è uno dei loro trucchi.... Non credo che vivrò ancora a lungo e volevo raccontare a qualcuno la mia vita. Questa è l'unica autobiografia che scriverò e … Dio… mi tocca scriverla sulla carta igienica.Sono nata a Nottingham nel 1985. Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia.Mia nonna aveva una fattoria a Totalbrook e mi diceva sempre che "Dio è nella pioggia"..... Fu a scuola che incontrai la mia prima ragazza: si chiamava Sara. Furono i suoi polsi… erano bellissimi. Pensavo che ci saremmo amate per sempre. Ricordo che il nostro insegnante ci disse che era una fase adolescenziale, che sarebbe passata crescendo. Per Sara fu così, per me no.Nel 2002 mi innamorai di Christina. Quell'anno confessai la verità ai miei genitori. Non avrei potuto farlo senza Chris che mi teneva la mano. Mio padre ascoltava ma non mi guardava. Mi disse di andarmene e di non tornare mai più. Mia madre non disse niente, ma io avevo detto solo la verità, ero stata così egoista? Noi svendiamo la nostra onestà molto facilmente, ma in realtà è l'unica cosa che abbiamo, è un piccolo spazio … All'interno di quel centimetro siamo liberi. Avevo sempre saputo cosa fare nella vita, e nel 2015 recitai nel mio primo film: "Le pianure di sale". Fu il ruolo più importante della mia vita, non per la mia carriera ma perché fu lì che incontrai Ruth. La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai più voluto baciare altre labbra al di fuori delle sue.Andammo a vivere insieme in un appartamentino a Londra. Lei coltivava le Scarlett Carson per me nel vaso sulla finestra e la nostra casa profumava sempre di rose. Furono gli anni più belli della mia vita.Ma la guerra in America divorò quasi tutto e alla fine arrivò a Londra. A quel punto non ci furono più rose… per nessuno.Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole. Parole poco comuni divennero spaventose..... Ricordo come diverso diventò pericoloso. Ancora non capisco perché ci odiano così tanto. Presero Ruth mentre faceva la spesa. Non ho mai pianto tanto in vita mia. Non passò molto tempo prima che venissero a prendere anche me. Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto così orribile, ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno. Morirò qui… tutto di me finirà… tutto… tranne quell'ultimo centimetro… un centimetro… è piccolo, ed è fragile, ma è l'unica cosa al mondo che valga la pena di avere. Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino… Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò, e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai… io ti amo, dal più profondo del cuore… Io ti amo. Valerie."

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19 novembre, 2007

Class Action all'amatriciana

Così Montezemolo boccia l'avvio della causa collettiva approvato dalla Finanziaria. Le imprese non ci stanno, perchè ad oggi sono favorite a differenza del consumatore e sanno benissimo che appena scatterà l'entrata in vigore della legge verranno avviate immediatamente azioni collettive, ad esempio quella dei risparmiatori truffati dai bond argentini. L'introduzione di questo metodo, se ben utilizzato, potrebbe riportare ad un equilibrio la lotta tra imprese e consumatori. Ma ci sono delle differenze, che lo rendono in qualche modo "innocuo". Il modello americano non è stato recepito in toto, dato che l'azione collettiva potrà essere promossa solo da Associazioni legittimate (associazioni di consumatori finanziate dallo Stato e altri soggetti scelti dal Governo. Il problema? chi sono e come vengono scelti questi soggetti), mentre negli Stati Uniti ogni singolo cittadino può avviare l'azione.
Riferimenti storici
Mezzo di tutela legale nato negli anni 60 negli USA, incubo delle multinazionali, la class action viene definita come una causa civile promossa per conto di molte persone che hanno subito gli stessi danni. Famose le class action contro la Philip Morris e la Enron, le quali hanno ispirato molte volte Hollywood a creare celebri film come Erin Brockovich, A Civil Action.

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D&G Spot

E' un pò di giorni che impazza in televisione il nuovo spot D&G Times, ambiguo come i precedenti, ma allo stesso tempo molto affascinante, se non fosse per il finale. Un ragazzo ed una ragazza corrono per le vie di una scintillante metropoli, in ritardo al loro appuntamento. Immagini intense, dalle quali emerge il desiderio d'incontrarsi. Il finale è un imprevisto colpo di scena. Lui incontrerà un lui e lei incontrerà una lei...Naturalmente, la prima cosa che ho pensato..."l'ennesima provocazione di Dolce & Gabbana" che attraverso i loro spot cercano di essere utili alla causa gay. Però a furia di vederlo, mi accorgo di un particolare, i personaggi che si incontrano sono identici. Presa dalla curiosità scopro che il concept del nuovo spot è la rappresentazione di un "Manifesto Edonista" (pensa te), che dichiara l'amore verso se stessi, sentimento immortalato dal "bacio" nel finale.

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15 novembre, 2007

Fannie Flagg - Torta al caramello in paradiso

Torta al caramello in paradiso è un inno a godersi la vita giorno dopo giorno. Questo è il messaggio che viene dato a Elner, la protagonista del romanzo, nel suo viaggio in paradiso.
Fannie Flagg dopo Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop sforna questo romanzo con la stessa dolcezza di una Torta al caramello.
Consigliato a chi vuole passare delle ore di tranquillità, semplicità e divertimento.

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Chanel 2.55 - Cult Bags

Questa "borsa" merita una maggiore attenzione..., perchè fa farte di quella categoria di borse immortali, come la Birkin o la Kelly di Hèrmes...

E’ il febbraio 1955 (ecco perché si chiama 2.55) quando Coco Chanel crea una borsa a rettangolo, di pelle matelassè, con il fermaglio in metallo dorato ed una catena a tracolla. Diventata un evergreen e chiamata 2.55 o Mademoiselle, la conoscono tutti per l’imitatissimo tessuto in cuoio matelassè. Ecco la versione mini...

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Pomeriggio fashionista

Ho trovato due cosette che vorrei.....


Jimmy Choo - Stiletto in serpente d'acqua e pelle


Mandarina Duck - Shopper Trapuntata


Vic Matiè - Stivaletto modello Rock Chic

Balenciaga - The First Nera



Louis Vuitton - Pochette color indigo




Car Shoe - Zeppe in Vernice


Agatha Ruiz De La Prada

Louis Vuitton - portafoglio in vernice colore Pommes d'Amour

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14 novembre, 2007

Sfighe

Ieri sera, on stage all'Alcatraz di Milano, c'erano gli Interpol. Concerto sold out, ed io ero tra quei fortunati possessori di un biglietto, ma il destino è beffardo e domenica mi ha regalato questa gamba. Amen

Definiti come i sacerdoti di New York, etichettati come uno dei gruppi più stilosi degli ultimi anni, gli Interpol ieri sera hanno deluso (dedotto dai post letti), forse colpevoli di aver dato troppo la sera prima a Firenze. Leggendo i vari post relativi al contest milanese si evince un'unico pensiero che non condivido. Il j'accuse nei confronti degli Interpol di essere più che eredi dei Joy Division, una sorta di scopiazzatori del genere di Ian Curtis & C. non è giusto. Ogni gruppo fa storia a sè ed è normale che come punto di partenza per parlare degli Interpol si usi il paragone con i JD, dato che è inevitabile non ricondurre la voce di Paul Banks a quella di Ian Curtis. Ma gli Interpol non sono solo questo, una semplice controfigura sbiadita dei Joy Division, sono ben altro, un gruppo che è presente sulle scene dal 1998, che con il passare degli anni e degli album matura una crescita continua, al contrario di tanti fenomeni commerciali durati qualche mese. E' un paragone tra due epoche musicali che lascia il tempo che trova, neanche Curtis, oggi, riscuoterebbe il successo meritato. Non è musica che che riesce nell'immediato a coinvolgere le masse. Gli Interpol suonano meglio dei Joy Division, anche perchè hanno più possibilità tecniche e hanno a loro disposizione un enorme bagaglio storico a cui riferirsi. Non è vero che cantano senz'anima, perchè se oggi non c'è più la musica impegnata, la musica delle grandi proteste sociali, la nostra non è completamente un'epoca senza eroi, non è un'epoca senza valori e sicuramente gli Interpol toccano la mia anima e di quanti amano questo genere musicale. Ripeto il paragone è a mio parere inutile, Curtis aveva i suoi fantasmi da sconfiggere e da cantare, ma il fatto che venga considerato un eroe o un vero artista con l'anima solo perchè a 24 anni decise di porre fine alla sua vita non è giusto, preferisco di gran lunga la new wave modaiola di Banks & C.


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